Nel silenzio generale e senza alcun confronto scientifico, il prossimo 9 giugno potrebbe entrare in commercio in Europa Kostaive, il primo vaccino anti-Covid autoreplicante a RNA auto-amplificante (saRNA), già approvato dalla Commissione Europea a febbraio e autorizzato dall’EMA.
Si tratta di un prodotto mai visto prima: l’RNA si auto-replica nelle cellule, generando una produzione massiccia e prolungata di proteine, fino a 100 volte superiore a quella dei vaccini mRNA tradizionali. Ma la parte più inquietante è che, secondo uno studio firmato da Maurizio Federico dell’Istituto Superiore di Sanità, il saRNA può essere rilasciato tramite vescicole extracellulari e diffondersi per via aerea, potenzialmente raggiungendo soggetti non vaccinati, animali e l’ambiente, senza alcuna barriera di specie.
Questa diffusione incontrollata renderebbe impossibile distinguere tra chi si vaccina volontariamente e chi ne subisce gli effetti indirettamente. Secondo lo stesso studio, il materiale genetico può accumularsi nei polmoni, essere esalato e finire in altri organismi. Una minaccia reale, secondo la quale anche donne incinte, bambini sani e persone non vaccinate potrebbero essere esposti contro la propria volontà.
Nonostante la mancanza di dati certi sulla biodistribuzione e sulla durata dell’espressione antigenica, la Commissione Europea ha lasciato ai singoli Stati membri la possibilità di opporsi. L’Italia ha tempo fino al 9 giugno.
Intanto, uno studio clinico di Fase 1 condotto in Uganda ha documentato che il 93% dei soggetti vaccinati con un saRNA sperimentale ha presentato effetti avversi gravi (grado 3 o superiore): trombocitopenia, linfopenia, febbre, vomito, dolori muscolari e articolari, con sintomi peggiorati alla seconda dose. Nonostante ciò, lo studio ha definito il vaccino “ben tollerato”.
E non finisce qui: la stessa tecnologia è oggi alla base dei nuovi vaccini contro l’influenza aviaria H5N1, già autorizzati dalla FDA americana, con finanziamenti di BARDA e della Fondazione Gates.
Anche il giornalista Marcello Foa ha rilanciato pubblicamente l’allarme, definendo la scelta dell’Unione Europea un azzardo colossale e immotivato, fondato su dati scientifici lacunosi e su una totale assenza di dibattito democratico. L’appello invita il Governo italiano a non restare in silenzio e ad opporsi ufficialmente.
Vogliamo davvero correre il rischio di contaminare il pianeta con un ‘vaccino’ autoreplicante dagli effetti in gran parte sconosciuti?
Sottoscriviamo anche noi l’appello di Marcello Foa, della Commissione Medico Scientifica Indipendente e di tutti i cittadini, scienziati e parlamentari che chiedono un atto di prudenza e trasparenza. Questa non è innovazione: è un esperimento globale senza consenso.
Cosa può fare l’Italia?
Entro il 9 giugno, può opporre un veto formale. Ma tutto tace.
Questa tecnologia presenta rischi altissimi: trasmissibilità ambientale, effetti sistemici e alterazioni biologiche di lunga durata. Eppure nessuno ne parla, nessun confronto è stato avviato nei media o in Parlamento.
La Commissione Medico Scientifica Indipendente chiede una moratoria immediata: servono studi indipendenti, trasparenza e rigore. Il principio di precauzione non è un freno al progresso, ma una tutela minima per la salute pubblica e ambientale.
Se non ora, quando?
Se non per tutti, per chi?